Studentesse e maestre

Tre grembiuli di cotone bianco, quattro grembiuli neri, due vestiti per l’uscita, di cui uno per l’inverno e uno per l’estate, tre vestiti per uso giornaliero interno, un cappello di paglia bianca e uno di paglia nera; guanti, manicotto e paracqua. Questo il corredo delle alunne dell’Educatorio Duchessa Isabella, in linea con i tempi pratici e severi dell’Ottocento vittoriano. Sempre più spesso alfabetizzata, talora ben istruita, la fanciulla di buona famiglia continuava ad aspirare al miglior matrimonio possibile, ma le era data facoltà di imparare un mestiere: sarta o maestra in primo luogo. All’inizio del nuovo secolo, lo spirito educatore del collegio si adeguò alle nuove esigenze della vita moderna proponendosi di convertire la giovinetta in donna. “Il fatto educativo” passava attraverso l’insegnamento di materie che comprendevano l’educazione intellettuale, morale, fisica, economica, pratica, ma nonostante l’offerta formativa fosse aumentata nel corso del tempo, ancora nel 1904, il regolamento sottolineava che la formazione impartita mirava «a dare alla società civile giovanette atte al governo di una famiglia, o capaci di provvedere a sé stesse con il proprio lavoro».
Nel 1908 fu possibile gestire il ciclo completo delle scuole femminili dell’epoca, l’Educatorio giunse a comprendere l’asilo froebeliano, le scuole elementari, il corso complementare, la scuola Normale (magistrale) e quella di Commercio. Dopo la guerra, una parte dei locali fu aperta al Regio Istituto Magistrale “D. Berti” e l’Educatorio conservò il corso elementare e l’asilo d’infanzia. La notte del 22 novembre 1942 l’edificio fu gravemente danneggiato da un bombardamento, fu distrutta la parte che ospitava l’Istituto Magistrale e l’Educatorio sospese l’attività educativa. Nel 1957 fu terminata la costruzione del nuovo edificio che ospita attualmente l’Istituto Magistrale Statale “D. Berti”, mentre nei vecchi locali risalenti al 1893 è ospitata la Scuola Media Statale “G. Pascoli”.